Ieri sera, al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti, è calato il sipario sull’ultimo spettacolo messo in scena dall’Istituto Comprensivo Spoleto 2 “Alice nel paese delle meraviglie”. Opera in due atti diretta e sceneggiata dalle professoresse Flavia Tizi e Adele Sammarco.

Lo spettacolo, come ogni anno,  si è arricchito dalla collaborazione del coro, guidato abilmente dalla professoressa Alessandra Natalini, che quest’anno si è avvalsa della partecipazione straordinaria del professor Valerio Marino, e dell’Orchestra, magistralmente diretta dal Professor Emanuele Giunta con la collaborazione dei maestri Andrea Bartoccioli, Marika Di Cesare e Laura Magnani coadiuvati dalla partecipazione dei maestri Mario Moles, Franco Mosca, Luca Panico e del collaboratore scolastico Emanuele Mariani.

Preziosissima la collaborazione degli ex studenti dell’Istituto che rimangono legati da un filo indissolubile con i loro maestri di strumento e con il palcoscenico, che li ha visti più volte protagonisti. La storia messa in scena è stata una rivisitazione della mitica favola “Alice nel paese delle meraviglie” pubblicata, per la prima volta nel 1865, dallo scrittore inglese Lewis Carroll. Alice bambina, si ritrova a dimenticare il mondo della fantasia, dove era stata in passato, e a vivere una vita tutta votata all’esteriorità, quando all’improvviso viene di nuovo catapultata nel paese delle meraviglie, riscopre i valori della fantasia e del rispetto verso gli altri. Uno spettacolo intenso e scoppiettante, un viaggio in musica, danza e parole nei misteri della crescita, ma anche nell’energia che pervade la vita, con la voglia di ognuno di cambiare e di andare oltre il quotidiano.

Alice è la chiave, per narrare la necessità di ritrovare sé stessi, vivere una vita autentica e farci scoprire di essere persone migliori rispetto a ieri. Il tempo di Alice durante lo spettacolo è elastico, circolare, vagabondo; è un presente continuo, va e torna, lo si può governare a piacimento, riavvolgere all’indietro o dilatare all’infinito; il tempo di Alice è sempre per sempre, è essere bambini e adulti insieme, impastati della materia di cui sono fatti i sogni, è sognare ed essere sognati.

Grazie all’aiuto dei personaggi che incontra, nell’evolversi della storia, Bianconiglio, lo Stregatto, Pinko e Panko, le Rose, la Regina di cuori, Brucaliffo;  Alice piccola, grazie ad una pozione magica, diventa grande e parla spoletino, e interagisce anche con i personaggi della storia in dialetto, quando ritorna piccola parla in italiano e si interroga su quale sia la sua missione in quel mondo dell’immaginazione dove è stata catapultata. La storia si conclude  con l’arrivo delle Maghe della fantasia, due straordinarie registe-attrici, Tizi e Sammarco, che per la prima volta, dopo quindici anni di dietro le quinte, emozionatissime, calcano il palcoscenico con i loro ragazzi.

Discutono con la Regina di cuori che non accetta il mondo dei sogni, della creatività e vuole tagliare la testa a tutte le carte e con loro uccidere tutto ciò che rappresenta il gioco e la fantasia. Alla fine le Maghe riescono a far capire ad Alice che nella vita c’è bisogno della realtà ma anche della fantasia e del gioco che fanno si, che in ognuno di noi, ci sia l’adulto capace di calarsi nella cruda realtà di tutti i giorni, ma anche il bambino capace di entusiasmarsi e di sognare ad occhi aperti un mondo migliore. Lo spettacolo ha voluto porre l’attenzione sulla vita, un’avventura che ci porta inevitabilmente a crescere, a cambiare nel tempo, ma è proprio nel tempo che ci è concesso di vivere che dobbiamo imparare a lavorare su noi stessi, per diventare persone migliori. La vita è una lotta contro il tempo, dove razionalità e immaginazione si scontrano sempre in quello che è il cammino verso il diventare grandi e raggiungere l’età adulta e al tempo stesso la crescita interiore, che accompagna Alice, come ognuno di noi, alla ricerca di se stesso e delle più intime emozioni che governano l’animo umano.

Il monito, che le Maghe hanno voluto dare ai loro studenti e a tutti i presenti, nel gremito Teatro Menotti e che, nonostante l’età adulta implichi più responsabilità e meno spensieratezza e immaginazione, non bisogna mai perdere la capacità di sognare cose impossibili, perché avere grandi obiettivi è indispensabile per essere felici e motivati, perché sognare, rende liberi.